COLLABORAZIONI
W.S.B. Jazz Trio
WARREN SEBASTIANI BIONDI
Questa
formazione propone tre affermati musicisti in un programma di musica
transculturale in cui ritmi e sonorità jazzistiche si
fondono a armonie e melodie etniche, il tutto unito da uno spirito
squisitamente creativo .
Le
composizioni sono dei singoli musicisti
oltre alcuni jazz standards in cui GEOFF WARREN, flautista, sassofonista e compositore inglese
con numerose collaborazioni internazionali alle spalle, mostra tutto il suo
spiccato ecletismo. A supporto ritmico c’è MARCELLO SEBASTIANI,
contrabbassista noto per le sue collaborazioni come sideman di vari jazzisti
americani ed anche per la sua attività come band leader e didatta. Completa la
formazione ALBERTO BIONDI, percussionista e batterista di grande livello che ha
operato sia nell’ambito jazzistico che etnico, apporto fondamentale di
quella spiccata estemporaneità che costituisce la vera peculiarità del gruppo.
Live Session Spasch Records – CDH 807.2 World Series – 2005
We Bop Blues
– More
Soul, Marcel – Liberation – Latakian Smoke –
Dexterity – Afro Blues - Medley
Per scaricare il booklet del loro ultimo CD < Live
Session>, clicca qui.
ALLABOUTJAZZ – USA
-2006
Trio di musicisti esperti ma non di primissimo piano come il
flautista inglese Geoff Warren, il contrabbassista pescarese Marcello
Sebastiani e il percussionista Alberto Biondi, il WSB viene ripreso qui in un
concerto dal vivo, nel quale l'inusuale formazione esprime una musica di tutto
rispetto.
I tre musicisti hanno pari meriti nella buona riuscita del lavoro,
poiché se a Warren compete l'esposizione dei temi e a Biondi la sostanziazione
delle atmosfere ritmiche - assai importanti in una musica che si nutre di un
mainstream letto alla luce della lezione del free - è forse Sebastiani la
presenza più forte. Il contrabbassista è infatti in primo piano per tutta la
durata del disco, con un suono corposo in fase di accompagnamento, ma
soprattutto con frequenti ed intensi monologhi, nei quali mette in luce non più
il solo suono, netto, elastico e tuttavia profondo, ma anche una brillante
cantabilità e una forte coerenza. Notevoli anche alcuni passaggi all'archetto.
Sebastiani è peraltro in evidenza anche dal punto di vista
compositivo, giacché i suoi due brani - “We Bop Blues”, che apre il
disco, e “Latakian Smoke” - sono tra i momenti migliori di un
lavoro che ha altri acuti nei classici “Afro Blue” di Mongo
Santamaria (già interpretata assieme a Warren nel disco Duets, di quattro anni
fa, a firma di Sebastiani) e “Dexterity” di Charlie Parker, riletti
in modo molto “laico”, senza cioè troppo preoccuparsi delle ormai
irripetibili atmosfere originali, ma con l'occhio invece attento all'intensità
della personale interpretazione.
Momento di massima espressività l'improvvisata
“Liberation”, il confronto con la quale rivela la libertà con la
quale anche gli altri brani sono in fondo concretamente affrontati e che dà la
misura di un lavoro solo apparentemente convenzionale ed in realtà pervaso di
una profonda ed ispirata creatività personale. (Neri Pollastri)
MUSICA JAZZ - Maggio 2006
Reduci
da una cospicua varietà di esperienze formative e lavorative,i tre si
incontrano su una terra franca in cui smussano le esuberanze per forgiare una
materia in grado di rispecchiare per gran parte le doti di ciascuno. Vista la lunga
frequentazione che li lega, non sorprende che We Bop Blues, composto dal
contrabbassista, sia un tema dalla presa melodica che ben calza con la prassi timbrica di Warren. E' dolce e
melodioso il suo suonare, che ricorda in maniera impressionante il miglior Ian
Anderson dei Jethro Tull. In More Soul Marcel è invece Sebastiani a dimostrare
cristallina energia suun tema calzante composto dal musicista inglese.
Raccontata così sembrerebbe la storia di un duo. Biondi è quello che piu'
impressiona: detta i tempi, colora,richiama mondi culturali assai lontani
alternando batteria a percussioni. Convinvce questa massa sonora descritta dal
trio, piu' quando il linguaggio si spinge sui tereni sperimentali dell'
improvvisazione che non quando urta una sorta di new age, soprattutto per mano
del flautista. (Scoppio)
INFO:
BADAL ROY
EUROPEAN TRIO
L'incontro del jazz con
la musica etnica, ed in particolare con quella indiana, risale agli anni 60 e
70, e basava il suo linguaggio sull'uso di bordoni modali su cui le tablas
fluttuavano,spesso lasciando degli echi in funzione quasi esclusivamente
coloristica, perdendosi e diventando voce di semplici tamburi. La
caratteristica di questa formazione, che fa a meno di uno strumento armonico
convenzionale , tende ad enfatizzare la peculiarità propria delle tablas ,
strumento ricco di suoni armonici che si intrecciano con le volute leggere del
flauto e vanno a completare le linee bassistiche in un equilibrio sonoro
sapientemente studiato.
Il gruppo
,dunque , basa la sua ricerca espressiva sulla fusione tra melodia e ritmo,
aspetti musicali intrinseci di questo affascinante strumento indiano che,
possedendo suoni intonati, non di rado contribuisce all'esposizione tematica e
a sortite improvvisative, oltre che sottolineare ed arricchire la scansione
ritmica.
La scelta
del repertorio si orienta sull'utilizzo di brani originali, nei quali il
contrappunto consente ai singoli strumenti di assurgere ,di volta in volta , al
ruolo di protagonista sfruttando opportunamente le estensioni , le timbriche e
le sonorità di ognuno, mentre strutturalmente le forme si flettono alle
esigenze metriche e ritmiche proprie della musica orientale.
Punto di
forza del trio è il consolidato eclettismo dei tre musicisti e la loro spiccata
personalità , a partire proprio da Badal Roy, primo incontrastato musicista che
ha introdotto il virtuosismo delle tablas nell'idioma jazzistico (basti pensare
ai suoi quattro dischi con Miles Davis e al lungo sodalizio con Ornette
Coleman). Non è un semplice incontro tra culture musicali,dunque , ma un vero e
proprio progetto transculturale entro il quale coesistono linguaggi ed esperienze
diversificate che ha nel rispetto della forma e nella componente improvvisativa
la sua peculiarità fondamentale.
Frammenti
D’Anima – FMR Records - (FMRCD 202-0406) - London 2006
Courante - Dunes of Atlants - L’Ira di Krishna –Trouble -
Delicias de Groove - Sonet in Three Dialects – Banglabruzzo -
Whatever-Tramonto
DOWTOWN
– USA -2006
342 Bowery, New York, NY 10012-2408
Questo
trio sublime presenta Badal Roy alle tablas e alle percussioni, Geoff Warren al
flauto e al flauto contralto e Marcello Sebastiani al contrabbasso.
Il
virtuoso delle tabla Badal Roy ha lavorato con tanti giganti del jazz come
Miles Davis, Ornette Coleman, Dave Liebman e Perry Robinson. Questo bel disco
unisce tre musicisti di diverse culture e tradizioni. Badal Roy è di origine
Indiana ma ora risiede nel New Jersey. Geoff Warren proviene dall’Inghilterra e Marcello Sebastiani
dall’Italia, dove questo disco è stato registrato.
Il
trio ha lavorato da sei anni con questa
formazione prima di approdare a questo
bel lavoro discografico. “Courante” apre con un groove micidiale ,
un giro di basso che è impossibile dimenticare, superbo il flauto che balla
insieme alle tablas. Un lavoro registrato con grande maestria e prodotto alla perfezione, tanto da risultare
un trio che suona come
un’unica anima in volo. Il
contrabbassista, Marcello, ha un suono caldo è invitante, che lo pone
tra i migliori bassisti. Su “L’Ira di Krishna”, Badal suona
un groove di tabla talmente funky da sembrare un
invito ad alzarsi in piedi e
ballare.
Geoff
prende uno dei migliori assoli di flauto
di tutti i tempi e Marcello incastra un
groove dinamico , prendendo anche lui un
assolo incredibile. Non riesco a pensare ad altro disco in trio più bello tra i
tanti ascoltati in lungo tempo, tre maestri uniti in perfetta
armonia.
INFO
STEFANO TAGLIETTI
AFTER
POP ENSEMBLE
Questo progetto nasce
inizialmente da un lavoro discografico: After Pop Suite, scritto, coordinato e diretto dallo stesso
Taglietti.
Le adesioni per la
registrazione di questa composizione, divisa in cinque parti, arrivano da
musicisti d’estrazione molto diversa; questa particolarità consentirà al
compositore stesso, di operare sui materiali, di unire, incollare in un unico
linguaggio, e di caratterizzare, nella musica contemporanea d’Arte, una
direzione e una strada rara, forse unica in Italia.
All’ascolto della
registrazione di studio, il grande compositore tedesco Heiner Goebbels ha
detto, in uno scambio di mails con
Taglietti:
“yes!
and I was very pleased, by that format out of all the other formats;
great
meeting of pop and new music aesthetics. compliments! and thanks for the
CD best wishes -- heiner goebbels
L’Ensemble è di fatto un complesso
strumentale modulante di cui fanno parte i seguenti musicisti:
Composizione, direzione musicale, testi,
pianoforte;
Contrabbasso;
Oberdan Fratini
Sintetizzatori
ed elettronica;
Chitarre
acustiche, chitarre elettriche;
Pablo Montagne
Chitarre
Elettriche, elettronica;
Voce;
Quartetto vocale misto
S,CA,T,B;
Violoncello;
Tromba
in sib;
Fisarmonica;
Sax
contralto
Fabrizio Mandolini
Sax
soprano e tenore
Alfredo Laviano
Batteria
e percussioni;
Alessandro Tomassetti
Batteria,
percussioni, vibrafono e marimba;
INFO
Stefano Taglietti