MINIATURE
Splasch Rec. CDH 665.2
- 2001
BASS
FRONTIERES-America N°1-'99
Italian bassist,Sebastiani, presents 11 original Jazz compositions on this
disc.In addition to drums and soprano sax, Sebastiani incorporates
harp,Keyboards, vocals, and bandoneon into his musical mix.Sebastiani and his
banmates defy the limitations of standard song structures:A unique brand of
"Chamber Jazz" is create by utilizing unique
orchestrations,instrumentas colors,improvisations,and a broad dynamic range
that emphasized the softer,more poetic side of musical
expression."Birimbao" is a rhythmic journey in lyrical sounds and
colors for solo bass.The remainder of Miniatures is relaxing and inspiring
music for the soul.
BOSE - Italy ‘99
Sperimental project (…) jazz and etno music blend from new
millenium with tales and high level
virtuosism (…) SERGIO D’ALESIO
"Alias " - IL MANIFESTO (Sabato 26 Gennaio 2002)
Il
Contrabbassista e compositore da tempo percorre una sua
strada,senza clamori ma con determinazione,andando alla ricerca di
collaborazioni significative.[...] Cameristico ma non accademico,votato
all'introspezione eppure non autocelebrativo,il CD rilegge brani di Rivers,
Davis, Colrane ;Sebastiani propone,inoltre, una sequenza di sue composizioni
(il ludico Children's Toy, un Balkan Mood che guarda a est ), un brano dal
sapore etnico di Fewell ed una Improvisation condivisa con Warren.Meditato
quanto immediato, DUETS si apprezza per l'ispirazione unitaria e la varieta' di
ciascun brano.
[ Luigi
Onori ]
IL GIORNALE DELLA MUSICA -Gennaio 2002-
" Un
Contrabbasso per Quattro. "
Dopo le buone
prove dell'Alice Project,il contrabbassista Marcello
Sebastiani si espone in un intimo dialogo a due con quattro stimabili colleghi
che si alternano nello spazio di una decina di brani.[...] Per tutti c'è uno
standard ed un brano di Sebastiani e nel buon risultato generale e' evidente la
maggior intesa con il chitarrista Garrison Fewell o con il flauto di Geoff
Warren, piu' consoni ad un dialogo paritetico che non con i sassofoni di
Tracanna e Fasoli,pur intensi e lirici, che sovente costringono ad una
limitante marcatura ritmica.
[ Paolo
Curtabbi ]
JAZZIT- Gennaio 2002-
Brani
originali e frammenti della storia del Jazz sono gli
argomenti su cui il contrabbasso di Marcello Sebastiani duetta a tutto campo,
con i propri compagni di viaggio.Il dialogo tra i musicisti,il
cosidetto interplay, nel duo diviene l'unica forma possibile.In questo album Sebastiani mostra di saper dialogare molto
bene,dando prova di grande duttilita'( i suoi interlocutori hanno stili molto
diversi tra loro) e di ottime capacita' d'ascolto.Il bel timbro del suo
contrabbasso fa il resto.
[ Paolo
Peviani ]
JAZZCONVENTION - Marzo 2002-
Le forme minimali
appaiono dunque le preferite di Sebastiani ed effettivamente sono esse a
permettere la comprensione del suo modo intimistico di far musica e delle
possibilità espressive del contrabbasso. Avendo già avuto modo di apprezzare la
musicalità di Sebastiani in organici e in contesti più
articolati appare chiaro che la forma appunto minimale, diventi una scelta di
espressione della propria sensibilità. Ascoltando questo CD non gli si può dar
torto: questa suo approccio al jazz (perché di Jazz si
tratta), direi cameristico, sa generare suggestioni raffinate: vediamone alcuni
esempi: Beatrice con Garrison Fewell swinga comunque e il gioco ad incastri con
la chitarra, raggiunge una musicalità totale già in questa forma. Il lavoro
ritmico armonico del contrabbasso si esalta e lascia percepire comunque il beat. Fewell è pulitissimo e tira fuori un gran
bel solo, anche se il suo lavoro appare meno interessante nella sua parte
armonica. Con Children's toy in duo con Tracanna siamo ad una scrittura decisamente complessa e qui sinceramente si fa più
desiderare una formazione ampia e la presenza di una struttura armonica, senza
togliere nulla al fascino del duo e all'indiscussa abilità dei musicisti. Big
Nick ancora con Tracanna, probabilmente per la diversa melodia del brano, fila
più liscia e ripete la magia del primo brano con Fewell, al momento in cui ci
troviamo a completare mentalmente un possibile drumming. Tracanna, spigoloso e
tagliente. La davisiana Blue in Green parte con un lungo lavoro del
contrabbasso e si apre a pura poesia nel sax di Fasoli, caldo e lirico, con
piccole "acidità" lancinanti ma terribilmente espressive. Sebastiani
svolge la funzione che la metrica ha in un poema: ne permette l'esistenza.
Strange street dello stesso Sebastiani con Fasoli è un fast, ma mi sembra un
brano preferibile in combo, anche se Fasoli fa del suo meglio per immaginare
vamp di batteria e animare l'insieme. Me, my pipe and I ci fa
capire la naturalezza dell'insieme contrabbasso/chitarra, che indubbiamente si
integrano meglio e si completano. In questo modo riusciamo anche a cogliere la
qualità della composizione di Sebastiani che appunto mi sembra si esalti nell'armonia. Lo stesso si può dire della
composizione di Fewell Dance in the maroccan veil bella, impressionistica e suggestiva inizialmente per poi aprirsi al midtempo e
riacquistare un filo di anima boppistica che ne fa intuire l'altra natura. Afro
Blue si tiene tutta al tempo del contrabbasso e tiene bene, anche per via della
sua struttura di blues in minore. Warren la interpreta in modo più in melodico,
Sebastiani è notevolissimo quando raddoppia il tempo. Balkan Mood è invece una
costruzione più cerebrale e "mitteleuropea" che si fa apprezzare per
il suo senso impressionistico e per la rimembranza dei balcanismi bregoviciani
nel tempo velocissimo. Improvisation, va nella direzione della "musica
contemporanea" e dell'impressionismo. In conclusione, potrei dire che è
sicuramente un disco soprattutto per contrabbassisti, nel senso che lo
strumento è esaltato nelle sue possibilità e saranno proprio questi musicisti
ad apprezzare meglio il cd, personalmente sarei più interessato ad ascoltare
Sebastiani e le sue composizioni in forme più ampie per comprendere meglio il
suo approccio all'arrangiamento, alle scelte di organico.
Sulle capacità espressive che sa dare allo strumento, credo che non si può
essere che ammirati ma la sua sensibilità e la sua musica lascia intravedere
qualcosa di ulteriore. Ad ogni modo è giusto dire che
ci sono almeno un due o tre cose memorabili che danno ragione a certe scelte di
Sebastiani riguardo la sensibilità, il gusto e perché
no, l'esaltazione di uno strumento "amato", oltre che ben suonato.
[Antongiulio
Zimarino ]
ALL ABOUT JAZZ- Febbraio 2002-
Il
contrabbassista Marcello Sebastiani raccoglie in questo album
dieci brani suonati in duo con quattro virtuosistici partner: Garrison Fewell,
chitarrista bostoniano docente al famoso Berklee College, affianca il leader in
tre brani; Tino Tracanna, impegnato al sax soprano, e Claudio Fasoli, al
soprano e al tenore, sono presenti in due ciascuno; Geoff Warren, sassofonista
inglese ed abituale compagno di Sebastiani, qui impegnato nel solo flauto,
negli ultimi tre. Il CD mostra coerenza musicale nelle strutture dei brani, in
ciascuno dei quali all'ospite di turno affidato il compito di disegnare le
principali linee melodiche ed anche quello di protagonista improvvisativo;
Sebastiani si riserva così un ruolo di sostegno, dettando i ritmi e definendo
il colore di sfondo. Un discutibile bilanciamento dei suoni accentua questa
disparità, lasciando il contrabbasso spesso un po' troppo in disparte rispetto
allo strumento del partner anche nei momenti di improvvisazione
solistica di Sebastiani. La differenziazione dei brani è
legata soprattutto alle caratteristiche dei musicisti ospiti e dei loro
strumenti. Si varia così dalle atmosfere molto soffici e sofisticate
dei brani in cui è presente Fewell, a quelle assai "relaxin'"
interpretate da Warren, fino alla musicalità estremamente tesa e ritmica dei
brani con Tracanna ed alla drammaticità espressiva di quelli con Fasoli.
Volendo scegliere dei brani particolarmente significativi,
la scelta cadrebbe sicuramente su "Blue in Green" di Miles Davis, nel
quale Fasoli brilla per espressività al soprano, su "Dance of the Maroccan
Veil" di Fewell, composizione estremamente interessante, e sul conclusivo
"Improvvisation". Quest'ultimo, interamente improvvisato, vede il
flauto di Warren ed il contrabbasso archettato di Sebastiani dialogare con un
fitto interplay (non sempre così lucido negli altri brani) e costruire
un'atmosfera quasi accademica estremamente suggestiva,
che tuttavia i frequenti cambi di ritmo riescono a ricondurre al linguaggio del
jazz. Una menzione anche per l'intrigante e pacata
lettura di "Afro Blue" di Mongo Santamaria, con protagonista ancora
il flauto di Warren. Complessivamente, un disco che si ascolta con interesse e
piacere, ben suonato e mai banale, che ha però il difetto di un'impronta
fondamentalmente d'"occasione" che finisce per impedirgli di essere
completamente coinvolgente.
[Neri Pollastri ]